martedì 19 giugno 2007

Blood Diamond - Recensione





Le buone intenzioni c'erano pure.

Gli elementi, per fare un film di denuncia, con tutti i crismi del caso - però - vengono a mancare quando entra in scena
Di Caprio. Lui è bravissimo. La parte dell'eroe nichilista illuminato sulla via di Damasco - o di Jennifer Connely - gli calza perfettamente.

Il problema è la sceneggiatura, d'altronde
Charles Leavitt è abituato a polpettoni fantasy per minorati mentali. La denuncia sociale non è proprio nelle sue corde. In una cornice spettacolare e drammatica come quella della Sierra Leone, solo un cane potrebbe togliere quel fascino amaro che solo l'Africa riesce a dare, è inserita una melassa di filantropici eroismi e di banale buonismo che provoca il diabete. Diabete che diventa grottesco, quando Di Caprio alias Danny Archer, ormai completamente convertito, nel finale, avvisa i para - militari facendo sterminare una miriade di bambini soldato per salvarne uno.

Sospinto ai margini, il tema sociale rimane. Si scorge la mano oscura delle
compagnie occidentali, che speculano sulla guerra, per incrementare i loro business. Si denuncia l'incapacità del fronte rivoluzionario, di uscire da logiche dettate da odio e avidità, per farsi portare di una rivoluzione seria, che riscatti un popolo nato per soffrire.

Peccato che il sensazionalismo hollywoodiano mastichi tutto per sputare un prodotto che supera a stento la sufficienza.

Spero che sia servito a qualcuno per approfondire un tema scottante e completamente ignorato.

Esiste una norma di
diritto internazionale generale che permette, ai paesi in via di sviluppo, di riscattare le risorse naturali presenti sul loro territorio, dalle società europee che ne detengono i diritti, pagando degli indennizzi. Questi sono esorbitanti e quasi nessun paese del terzo mondo, soffocato da debiti enormi, riesce a farlo.

C'era stata una proposta in sede
ONU per sostituirli con pagamenti forfettari e rateizzabili, ma è rimasto pour parler.

D'altronde le
Nazioni Uniste stanno attraversando il peggior momento dalla loro nascita, dopo l'avvento della politica asimettrica e unilaterale americana.








12 commenti:

Anonimo ha detto...

ti scrivo ancora per due motivi.
1- mi hai chiesto, come penso ad altri, di postare per non far morire il tuo blog fituso!
2-a parte gli scherzi, ho visto il film e il tema è veramente interessante.
Premettendo che io mi intendo di cinema come tu ti intendi di razze bovine, posso dirti che appena visto il film non mi è dispiaciuto affatto. Certo, alcune scene da romanzo, i sentimentalismi che potevano bennissimo essere tralasciati...però sai, questo fa parte del gioco (purtroppo...). La massa per hollywood non va educata...ma trascinata al cinema per gli incassi e niente più.
Quello che mi è piaciuto però, è stato il polverone che il film ha comunque sollevato ben prima di uscire in tutte le sale. De Beers e tutte le altre case di produzione di gioielli (soprattutto inglesi e olandesi=sierra leone, sud africa, swaziland...dove guarda caso le miniere di diamanti sono più dei civili rimasti in vita...) hanno iniziato prima una campagna di demonizzazione nei confronti del film (o meglio, del tema del quale avrebbe dovuto parlare non solo marginalmente), per poi pararsi il deretano commercialmnete parlamdo con pubblicità mirate non più al semplice "diamante per tutta la vita", bensì alla sua provenienza! Noi in Italia queste pubblicità non le abbiamo mai viste, forse per qualche settiana su qualche canale come mi pare di ricordare. Però nei paesi delle case produttrici e in quelli che costituiscono i loro maggiori mercati, le persone sono state bombardate da immagini e parole.
Il problema però, come dici tu...è arrivato poi, ovvero quando il film si è rivelato in un certo senso farlocco! C'era bisogno di continuare con questa denuncia, si doveva spostarla su un piano più giornalistico, e invece...ne hai più sentito parlare?
Questo è stato il vero errore, non tanto il film che comunque è giusto sottolineare come abbia emarginato il tema.
E come ultima cosa, riconducibile a tutti i temi di 'sto mondo, la gente dovrebbe imparare ad aprire gli occhi e guardare oltre il suo bel muretto...e iniziare a farsi domande!

cohoba ha detto...

Non sono i sentimentalismi che mi nauseano, ma il loro abuso.

C'è una palese sperequazione!

Guarda quanto tempo viene dedicato nel film alla denuncia e all'approfondimento dei legami multinazionali - guerra - contrabbando di gioielli e quanto al polpettone EMO - EROICO.

L'uomo bianco ne esce ancora trionfatore.

Il contrabbandiere cinico che si redime e si sacrifica per la causa nera

la giornalista gnocca che preferisce la vita rischiosa da inviata da assalto a un comodo matrimonio borghese americano

Mentre i Neri? Come appaiono?

a parte il padre - eroe e il bambino rapito, sono descritti come un branco di scimmie arboricole .

Da una parte ci sono i rivoluzionari avidi e demoniaci, dall'altra una massa di contadinotti e pescatori in balia delle Parche.

E come dici - giustamente tu - il risultato è stato TANTO CLAMORE PER NULLA.

Le proteste preventive della compagnie di gioielli sono servite solo per far pubblicità al film, che - infatti - ha fatto incetta di nominations all'oscar.

Ma visto il film, l'opinione pubblica, imbevuta di sentimentalismo e magari con qualche lacrimuccia versata, è tornata beatamente a prenotare fedi da migliaia di dollari, per la figliola che si sposa!

Anonimo ha detto...

bhè credo che per un film di più non si potesse chiedere, secondo il mio modesto parere riesce bene nel suo atto di denuncia verso quello che le multinazionali facevano( o fanno?) nei confronti dei paesi detentori di materie prime come i diamanti. sono d'accordo con il commento precedente su di una cosa, ad un certo punto spetta alla gente informarsi e aprire gli occhi,posso dire che dalla visione del film,io ne sono rimasta colpita, una storia che un pò per ignoranza un pò per mancanza di informazione nel Ns paese, io sconoscevo. Come sconoscevo i successivi accordi di Kimberley che avrebbero dovuto(?) diminuire la percentuale di provenienza dei diamanti insaguinati.Ripeto,secondo me il film riesce e anche bene, se forse eravamo in cerca di qualcos'altro avremmo dovuto cercarlo in un documentario denuncia e non in un film no? Dopotutto lo scopo oltretutto riuscito era quello di fare sostanziosi incassi nelle sale e andare a bottino con gli oscar. e dopotutto bis :P era sempre una produzione millionaria americana e non qualche etichetta indipendente :P

Anonimo ha detto...

che bello! Qualcuno che mi da ragione...non come chooba che ha sempre qualcosa da dire...argh!
A parte gli scherzi, boss, di solito partiamo da punti di vistya sempre differenti...ma quando si tratta di arrivare alla sostanza, bene o male le nostre idee si somigliano. E' vero...il film descrive i personaggi così come dici tu...altrimenti non sarebbe neanche film. Tu ne sai molto più di me di cinema, quindi, dò per scontato che converrai con me che se la trama fosse stata diversa, nessuno se lo sarebbe filato...o meglio, in pochi l'avrebbero fatto.
Penso e spero che in questo modo, tra le tante persone che non si sono mai poste domande riguardo questo tema, qualcuno abbia aperto gli occhi, si sia almeno documentato, e magari fatto passa parola. Sò che non basta, sò che non cambia il mondo, ma farebbe piacere vederlo!
Tutto qua...

Manuela ha detto...

Come d'accordo, ho inserito il link al tuo blog tra quelli in evidenza!

A presto!

Weltall ha detto...

Sto cercando da tempo di trovare il giorno giusto per recuperarlo!
Appena l'avrò visto ti farò sapere che impressioni mi ha fatto!
Ciao ^___^

cohoba ha detto...

Mi piace questa discussione.

cmq

cara miky - ti dirò una cosa che ti sembrerà azzardata - ma per me, il documentario, come genere, non esiste.

Il cinema è rappresentazione perchè c'è un sempre un regista alle spalle. Una persone che fa scelte, che decide di mettere la camera in un certo modo, che inserisce certe cose rispetto ad altre.

Quindi

quando prendi in mano la telecamera e la punti sull'Africa decidendo non di non fare un filmino per turisti ma di trattare di tematiche sociali, ti prendi delle responsabilità e devi adempierle.

Questi non lo hanno fatto. Hanno usato le disgrazie africane solo per dare un po' di patos al film.

La questione africana rimane colpevolmente sullo sfondo!

Potevano ambientare lo stesso intreccio dei buoni sentimenti in un'altra parte del Mondo che sarebbe stato lo stesso.

cmq

rispetto le vostre opinioni. Anzi sono questi tipi di dibattiti che mi piacerebbe avere sul mio blog!

Anonimo ha detto...

Crto rispetto anche il tuo di parere XD ci mancherebbe... ma ripeto stiamo pur sempre parlando di una produzione americana che voleva fare soldi con il film e non sensibilizzare davvero l'opinione pubblica, perchè come hai ben detto tu usciti dalla sala possibilmente ci sono stati gioiosi fidanzati che sono corsi a comprare il Dee Bers per la loro fidanzata XD magari pure cornificata.Il documentario secondo me esiste e significa riportare fedelmente ciò che è successo.Che un regista possa metterci la propria, in un inquadratura in una scena non significha che non riporta fedelmente quello che è davvero accaduto, ma non stiamo parlando di Blood Diamond, e concludo sostenendo la mia tesi, il film aveva i suoi limiti e su questo siamo d'accordo tutti, ma nel suo essere limitato,secondo me ha suscitato quel minimo d'interesse rimessa poi alla coscienza di ognuno di approfondire e non correre in gioielleria XD

roberto ha detto...

Ciao ho letto il tuo commento ed anche se il mio lavoro e la mia famiglia mi prendono gran parte del mio tempo,il mio blog è la mia passione e perciò il tuo apprezzamento mi gratifica. Grazie e spero di fare ancora meglio in seguito, il tuo blog è molto interessante e ne condivido molte parti dei tuoi post...io l'ho già linkato se vuoi puoi fare altrettanto...a presto amico blogger.
PS ...il cinema è il miglior modo perpensare seduti, con gli occhi aperti e la luce spenta...( pensiero non mio ma del mio vechhio prof di Italiano)

www.robertovarese.blogspot.com

Anonimo ha detto...

Penso che sia meglio un film imperfetto su un tema del genere che niente!
Poi Hollywood è quello che è..
Però già tutto il casino che Di Caprio ha sollevato con i produttori e commercianti di diamanti incazzati come iene significherà pure qualcosa...
Ciao"

Anonimo ha detto...

Ps: penso che l'opinione pubblica, quando si tratta di Africa non si sconvolga con niente!
Pensi che Hotel Rwanda abbia creato crisi di coscienza negli occidentali che l'hanno visto??
Macché, al massimo siamo noi 4 gatti che ci sconvolgiamo, ma niente di più.
Non che questo stato di cose mi stia bene.
Prendi Lord of War, dove Nicholas Cage ha messo la sua faccia per lanciare accuse nel finale al Presidente degli stati uniti?
Film per cui il regista ha trovato difficoltà enormi per reperire i fondi..
Che poi siano film che risentono della provenienza holliwooddiana è normale, ma è l'unico modo per cercare di raggiungere più persone possibile.
Ciao ciao!

cohoba ha detto...

Forse avete ragione, forse avrei dovuto di caricare di meno aspettative il film..

e che ogni volta ci casco. Non sopporto chi specula sul sociale.

Trinity il clamore suscitato è stato fumo negli occhi, si è spento appena è uscito il film.

D'altronde non c'era niente per cui scandalizzarsi!

ho fatto un giretto sul tuo blog. Interessante. Appena ho tempo lascio un commento.

Intanto ti linko..

ciaoooo